L'evoluzione di un territorio

  • Una produzione enoica, quella picena, che ha sempre dato origine a vini corposi, potenti, fin dai secoli nei quali il vino era considerato un alimento dalle popolazioni rurali.
  • Un'agricoltura storicamente promiscua, che solo con la fine del regime agrario di mezzadria divenne specializzata.
  • Un lungo percorso, che ha portato nel secondo dopoguerra all'accorpamento dei poderi e alla nascita di aziende enologiche specializzate.
  • Un'evoluzione nel segno della qualità, che ha abbandonato gradatamente il vecchio obiettivo della sola massa quantitativa, per raggiungere una consapevolezza nuova.

Offida e il Piceno

Una vera e propria “rivoluzione”, quella culminata negli anni '80, portata avanti da pochi produttori lungimiranti che, con il tempo, hanno come si suol dire “fatto tendenza”. Come non citare Guido Cocci Grifoni, fondatore della Tenuta omonima, artefice della riscoperta del vitigno Pecorino, reimpiantato in queste colline dopo un abbandono ultra-decennale. Quegli anni rappresentano il momento nel quale ai vitigni fondamentali del centro Italia come il Montepulciano, il Sangiovese e il Trebbiano si sono affiancati prima i vitigni “internazionali”, come il Cabernet Sauvignon, lo Chardonnay, il Merlot.

Poi, e questa fu la vera novità epocale, si è assistito alla riscoperta di preziosi tesori enologici di autenticità e di terroir: stiamo parlando dei vitigni autoctoni Pecorino e Passerina, che in quell'epoca vengono finalmente “compresi” nelle loro potenzialità anche per la produzione destinata ad un ampio mercato.

Le colline offidane in questo periodo svolgono un ruolo cruciale, facendosi notare per la presenza di questi produttori e per gli apprezzamenti che ricavano i loro vini.

Nel 2001 nasce una Doc specifica, che prende proprio il nome di “Offida”. Si tratta di una Doc “tripartita”, che comprende due tipologie di bianchi (“Offida Pecorino” e “Offida Passerina”) e un rosso, denominato appunto “Offida Rosso”. Nel 2011, questa denominazione guadagna lo status di Docg.

Il disciplinare di produzione della Docg Offida Rosso, dopo la modifica del 2011, impone la presenza di un minimo di 85% di uve Montepulciano nel blend.

La presenza preponderante di questo vitigno così autenticamente "di casa" in queste colline rende i vini "Offida Rosso" Docg ancora più rappresentativi di questo territorio. Intensi e al tempo stesso rotondi, capaci di grandi prove di longevità, eleganti. Sono quel che si suol dire dei vini "importanti", capaci di stupire non solo per la loro naturale potenza, ma anche per un'eleganza fine, che si rivela con modestia e convinzione. Una modestia sicura di sè che rispecchia il carattere di questi luoghi e di questa gente picena.

Baciati dal sole, coccolati dall'invecchiamento e dall'affinamento: i vini della Docg "Offida Rosso" sono un felice connubio di concentrazione e di rotondità, un dipinto multisensoriale di queste colline dove il vino è sincero, sempre.

BIBLIOGRAFIA
SUL VINO NEL PICENO
  • Polibio di Megalopoli, “Storie” (edizione a cura di Giovanni Battista Cardona, Edizioni Scientifiche Italiane, 1968, pag. 302)
  • Andrea Bacci, “De naturali vinorum historia, de vinis Italiae e de conviviis antiquorum Libri VIII”.
SULLA ENOLOGIA PICENA MODERNA
  • "Le strade del vino piceno", edizioni "Enoteca Italiana”, 1997. Testo a cura di Antonio Paolini
  • Antonio Attorre, Valerio Chiarini, "Il vino marchigiano", edizione "Il lavoro editoriale", 1990
  • “I vini delle Marche”. Assessorato all'Agricoltura della Regione Marche, 2004